Raffaela Fazio ancora una volta ci stupisce con una serie di riflessioni poetiche: dopo “la cura”, stavolta si dedica al tema dell’Inatteso.
L’INATTESO
L’inatteso può visitarci nella forma della Bellezza, che, sfuggente, si fa riconoscere per il senso di gratitudine che ci lascia.
È comparso inatteso
sul ciglio del cuore innevato
il senso di un grazie.
Poi un altro
e un altro
leggero.
Tracce bianche di un’alta Certezza.
Quale fosse
ho scordato al risveglio.
Ma ogni grazie
è l’orma di un passo
che dice:
qui è venuta Bellezza.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
L’inatteso può essere uno squarcio che mette in crisi convinzioni e abitudini, che smuove le acque del noto e del familiare, ma che, proprio facendolo, ci avvicina alla verità.
Il saggio
Mi disse un saggio:
Per anni in me ho curato
l’aderenza,
paziente dipanarmi
in somiglianza al centro
sorgivo d’ogni moto.
Fu un caso
però la trafittura.
Non era il loto bianco
ma serpe nell’acqua limacciosa
che dava luce pura
a un passo non più franto.
(da A garante il mistero)
***
L’inatteso ha dunque forza rivelativa.
Risuscita il profumo da un istante
e da un profilo a distanza
lo sparo
d’inattesa somiglianza
che snida chiassose dai rami
le cose che temi o che ami.
(da A un filo più lento)
***
Invece
Tra le fronde che credevo
omertose cortigiane
ho visto invece
senza strascico
di luci il cielo
come dietro lo sbracciarsi
da scagnozzo
di un vecchio desiderio
ho scorto in un cantuccio
un punto fermo
un tozzo di silenzio
simile alla serenità.
E dentro al Sì nuziale
della promessa più ambiziosa
il tacito regale assenso
di un’altra povertà.
(da La boite)
***
La sorpresa provocata da ciò che è “fuori posto” (perché non corrisponde alle nostre attese) ci consente spesso, paradossalmente, di vedere meglio, di vedere quello che prima si celava.
Forse per te
sono una mano diversa di tintura
il vaso fuori posto che è a suo agio
l’alone al muro
lasciato dalla cosa quando è tolta
(che cosa non si sa).
Ma forse tra visione e forzatura
a volte sono il limite risolto.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
Arredo
Con gli occhi arredo
questa casa di famiglia
che il kairos mi promette
(ad ogni suo congedo).
Raddrizzo sul terrazzo
il vecchio cielo.
Ripongo tra le foglie
asperità di luci
e tra le ciglia
quel poco di fatica che non duole.
Con gli occhi sposto in tempo
le tende dell’azzurro
per scorgerne le vene
in moto usuale.
Ma quando ecco mi pare
che ci siamo
che l’attimo è a grandezza naturale
davanti
a tutto campo
si frappone
il Fuori-Posto.
E come macchia scura
contro il sole
nel mentre si fa ingombro
mi libera la vista
sul reale.
(da A garante il mistero)
***
Vedere degli altri la luce di fianco
il retro di un’arte il dopo lavoro
la veste festiva in attesa
sullo schienale
e unito al nostro profilo
richiesto
concederne un altro in omaggio
una non adesione
quasi andando a cercare un paesaggio
ci offrisse uno scorcio
un gratuito abisso
un più vero dissesto
di percezione.
(da L’arte di cadere)
***
Inattesa è anche quella conoscenza che ci offre l’amore, perché sempre rigenerante e rigenerata.
Mi aspettavo cortili scale corridoi.
Ma al nostro primo incontro
a piedi pari
è stato svelto il salto nel pomerio.
E dentro era la terra in fumo
arresa
al nostro stare
quasi una stufa in ghisa
e intorno capannelli
d’istinti mendicanti.
Ho visto i tuoi occhi interi
il sonno delle dita
quasi le conoscessi da una vita.
Scottava dolcemente ogni non detto
(il tempo è fausto):
segreto come brace
e familiare
giravi caldarroste nel mio cuore.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
Goccia sprovvista
del destino.
Chiarissimo cammino:
diritto era lo stelo
che mi ha condotto a te
stagliata foglia.
Ma è quando ti ho raggiunto
che tra le nervature
ho perso il cabotaggio
l’antico orientamento
per farmi tempestoso labirinto.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
Scegli il luogo
per la pausa del respiro
le fiancate dei ponteggi da innalzare
cerca dove vuoi il riparo d’emergenza
il cortile di passaggio
i loggiati delle ortensie
e la stanza da vietare
pensa bene al giusto posto
per quell’ora che s’insinua
tra le notti
per la pietra che fra tutte è più porosa
ti do il corpo pieno e teso
lo puoi usare
già a distanza
ma se sbagli coordinata
si sbilancia
crolla inghiotte impalcature
però resta
il contorno di un fragore
sciolta sagoma di un’anima
che è in festa
se da lei poi ricomincia
sempre e quando lo vorrai
un più intenso
ambrato gioco di shanghai.
(da L’arte di cadere)
***
A volte si oppone alla vitalità dell’inatteso il tentativo di arginare l’imprevisto, che è comunque vano. È un tentativo che viene da tutto quello che vuole darsi forzatamente una forma riconoscibile e riconosciuta.
“Ufficialmente”: che brutta parola.
Se ne fa beffa
l’aurora boreale dai baffi ballerini
lo spiffero tra i cieli
il mantice che accende l’imprevisto.
“Ufficialmente”: parola obesa e nana
senza gusto.
Eppure bacchettona
rimette tutti quanti al loro posto.
E mangia di nascosto
dalla dispensa
d’ogni sciatto ardore.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
L’inatteso può arrivare come un riscatto.
Ci sono volti come vicoli ciechi.
Ma dietro a portoni biechi
in fondo a scurrili androni
sgambetta lucente l’assoluzione
di un cortile.
E dopo notti d’insospettate abiure
dal chiuso della carne
in punta agli scuri
di colpo s’apre il lucore
disadorno
della neve.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
L’inatteso può arrivare come una speranza.
Grecale
C’è in me qualcosa che s’alza
ricade s’innalza di nuovo.
Uno sbalzo
prima del tacito assembramento.
Un tamburellare improvviso
della tempia
sul suo fragile orlo
come un campo
preso al margine
dal suo più forte
vento.
Ma poi anche il vento
come ogni morte
cessa.
E quando cessa
mi lascia dove s’arresta:
una pendenza una cresta un pianoro
una parte di me
dove la speranza che torna
non è più la stessa.
(da L’arte di cadere)
***
L’inatteso può arrivare come un gesto che cambia il segno al nostro stare nel mondo.
(per mia mamma)
Professoressa di matematica
insegnavi calcoli e precisione.
Eppure mi ricordo un giorno
hai cambiato il segno
del mio voluto esilio.
Hai bombato le linee
e barato l’equazione.
Hai cancellato una pioggia fine fine
quando al posto delle ascisse
nella mia stanza hai messo
un vaso di pratoline.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
L’inatteso è anche una realtà che ci investe di colpo o che si ramifica pian piano, come quella della maternità, inconoscibile se non attraversata.
Mi è nato un figlio
e una cosa tutta nuova
che si chiama sempre amore
per mancanza di parole.
Così forse
avverrà in noi
una stessa mutazione
solo quando
per mancanza di pensieri
chiameranno la nostra vita
morte.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
L’inatteso per eccellenza è Dio.
Ossimoro incarnato
che da noi vuoi ancora
meraviglia.
O Dio dei diademi
e dei fondi di bottiglia.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
Questo Dio
è un fecondo
subbuglio migratore
e il suo Nome
uno stormo
che pare scomporsi
ma tesse
filamentose aurore.
(da Per ogni cosa incompiuta)
***
Noch Mehr
Aiutami
-né più né meno-
a spingermi
verso la notte come un ramo
che sotto la prima coltre
non scorda il sole
né cerca oltre.
Solo si muove
e vede
che un giorno ci sarà
una sorpresa in più
che non delude.
(da A garante il mistero)
E lo stupore dell’inatteso- credo- non finirà mai di accompagnarci.
Credo.
Credo che il giorno già viene.
Ma non lo vedo.
Né credo
sarà un profilarsi d’ordito.
Piuttosto
credo
in un rado
stupito
disfarsi di nodi.
(da Per ogni cosa incompiuta)